News
16/12/21

Miele Packaging: storia del packaging italiano, sostenibilità, R&D e un legame speciale con Ipack Ima

Miele Packaging è un’azienda storica con sede ad Arezzo e rappresentanze in tutto il mondo, depositaria della tradizione e dell’eccellenza italiana nella produzione di tecnologia per il confezionamento e l’imballaggio dal 1968. Ne parlano Giuseppe Miele, Direttore Generale del Gruppo e Paolo Giorgini a capo del reparto IT dell’ufficio tecnico e progettazione macchinari.

 

 

Abbiamo chiesto a loro come sta andando la ripresa, su quali tecnologie si stanno concentrando e quali sono le aspettative per il ritorno in presenza delle manifestazioni in vista di IPACK-IMA. Giuseppe Miele risponde con una storia personale che racconta molto anche del packaging italiano.

 

 

IPACK-IMA è la nostra fiera, in Italia. Una fiera che esprime il meglio della tecnologia di settore del nostro paese. Non abbiamo mai trascurato il mercato nazionale rispetto all’estero, dove abbiamo incrementato il fatturato senza abbandonare il mercato locale, che per noi è importante, visto che offriamo un servizio qualificato e personalizzato che si tratti di piccola impresa o grande multinazionale. L’estero offre margini superiori, ci sono spesso meno problematiche di incasso, ma per noi rimane fondamentale rimanere legati al meglio della qualità del nostro paese. Il 60% del nostro fatturato viene dall’esportazione, ma ci teniamo all’Italia come mercato di riferimento. Siamo un’azienda di 50 persone che esprime l’eccellenza del packaging italiano nota nel mondo. Ad IPACK-IMA, quindi, non possiamo mancare, anche perché sono andato alle edizioni fin da bambino con mio padre; conoscevo tutti i colleghi che hanno fatto la storia del packaging italiano negli anni ’60. E’ una manifestazione a cui non rinunceremmo mai. All’epoca si passò dall’artigianalità all’industria e riguardando le foto delle mie prime fiere, non posso che riconoscere un grado di innovazione straordinaria già allora, che si è evoluta nel tempo per arrivare alla leadership di oggi.”

 

 

Alla domanda su quali siano le tecnologie al centro della scena in questo periodo, risponde in prima battuta Paolo Giorgini, che racconta: “stiamo lavorando al migliorando di tecnologie consolidate nella nostra offerta, quindi a prodotti già sul mercato. In particolare nel periodo del covid e post covid, ci siamo presi spazio per spingere sull’ innovazione e la ricerca, individuando percorsi di riduzione dei consumi energetici e aumentando l’efficienza dei nostri impianti di confezionamento. Miele produce infatti anche macchine confezionatrici e sistemi di dosaggio e trasporto prodotto, che stanno a monte della confezionatrice stessa di cui, inoltre, abbiamo migliorato il sistema di saldatura a ultrasuoni”

 

 

“Siamo stati precursori circa l’attenzione ai temi green per questa tecnologia già 12 anni fa” prosegue Giuseppe Miele “e oggi la stiamo sviluppando sia per film di piccolo spessore, difficili da realizzare, sia in ottica di risparmio energetico. L’ultrasuono in saldatura sta quindi diventando importante anche per i materiali eco-compatibili. Nei sistemi di saldatura tradizionali, a barra calda, siamo già sul mercato anche con film compostabili, bio degradabili e mono-materiali interamente riciclabili. Per quanto riguarda la saldatura a barra calda, inoltre, le nostre macchine sono predisposte sia per carta che per polietilene. In particolare sul polietilene a impulso, va ricordato che abbiamo un’esperienza di 40 anni, cosa che nessuno dei concorrenti può vantare. Stiamo pertanto modificando i sistemi tradizionali, implementandoli e facendone un uso diversificato, con l’obiettivo di saldare tutti i film attuali, che sono riciclabili e per questo sollevano nuove problematiche tecniche. I film con carta o a base di carta o compostabili hanno infatti problemi di macchinabilità, perché la scorrevolezza è problematica. La macchina deve essere quindi perfetta, come negli ultrasuoni, dove se ci sono vibrazioni non si ottiene una saldatura a regola d’arte.”

 

 

Ma quello che può sembrare un limite, per Miele è un vantaggio competitivo, poiché i nuovi materiali propongono sfide tecniche importanti che solo i migliori sono in grado di raccogliere.

 

 

“La sfida tecnica è un vantaggio per le aziende come noi e tutti coloro che in Europa producono al massimo livello” prosegue Miele “perché possiamo definire un gap importante con le macchine orientali che non raggiungono la stessa qualità tecnologica. Su questo fronte, c’è una forma di collaborazione di tutto il sistema, con il comune obiettivo di raggiungere il massimo anche sulla sostenibilità. Sono molti i clienti che ci inviano film e prodotti da testare grazie a una cooperazione attiva tra produttori di film, di macchine e clienti. Ad esempio, sviluppiamo tecnologie per buste dai formati sempre diversi, seguendo le richieste del mercato anche rispetto ai tempi di produzione, che ci impongono velocità di confezionamento sempre maggiori, unite a volumi occupati più contenuti. Ecco perché le macchine sono state compattate in altezza e larghezza, rendendoci competitivi rispetto alla concorrenza. Miele è una sartoria, dove il 20-40% di ogni commessa è disegnato su misura per il cliente, facendo dei nostri progetti un esempio di flessibilità.

 

 

Per Miele, la sostenibilità tocca quindi vari aspetti, tra cui spiccano la riduzione dei consumi, degli ingombri e una sempre maggiore efficienza. Su questi punti Giorgini chiosa “Oltre all’efficienza, lo sviluppo si è orientato verso soluzioni di valutazione dei consumi energetici del macchinario. Qui la saldatura a ultrasuoni la fa da padrona, ma ci sono anche altri accorgimenti che possono avere impatto in questo ambito. Parliamo di tecnologie in uso da diversi anni come i motori brushless di ultima generazione, usati in sostituzione della movimentazione pneumatica. Una soluzione che permette di ridurre i consumi dei compressori, ben maggiori dell’alimentazione elettrica necessaria ai motori brushless. Tecnologia tradizionale, consolidata quindi, ma usata in una nuova veste, che rende i sistemi più green, raggiungendo il 40% di riduzione complessiva dei consumi con macchinari altamente performanti. “

 

 

Al mercato dei prossimi mesi, infine, Miele guarda con fiducia, forte di una gestione dell’emergenza fatta di consolidamento, nuovi servizi di customer care e gestione post-vendita.

 

 

“Guardiamo al futuro con serenità” racconta Miele “nel settore food le prospettive sono buone e abbiamo consegne pronte per il primo quadrimestre del 2022. In pandemia abbiamo imparato a ridurre i viaggi dei nostri tecnici grazie a commesse che ci hanno imposto l’avvio a distanza di alcuni impianti e l’assistenza post-vendita di hardware e meccanica. Operazioni di successo nonostante le difficoltà del momento. Ecco perché abbiamo rafforzato l’assistenza da remoto dotandoci di tecnologia adeguata. La nostra soluzione sta nei video-tutorial, che vengono inviati al cliente, dove personale preparato, esperti dell’azienda e tecnici del luogo spiegano in dettaglio ogni aspetto, passaggio, criticità. E’ un sistema molto funzionale e apprezzato, che abbiamo deciso di mantenere anche dopo l’apertura delle frontiere, perché rappresenta un grande risparmio di tempo, di costi di trasferta ed è risolutivo della gran parte dei problemi legati all’emergenza sanitaria. I nostri impianti escono da Miele perfettamente funzionanti e testati, perché l’affidabilità è uno dei valori che pagano di più. Questa cultura del test ha offerto la base per creare un ulteriore canale di comunicazione con i clienti, a cui affianchiamo, come sempre, agenti e dealer impegnati nei nostri mercati di riferimento, che hanno svolto un ruolo determinante anche in pandemia, come nel caso di Colgate in Pakistan, dove abbiamo gestito il commissioning della macchina proprio grazie al supporto video.”