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08/07/21

La sfida dei vaccini: Alberto Vacchi racconta IMA

Nel 2020 il ruolo dell’industria è stato strategico per l’adattamento e il funzionamento di diversi comparti: dal farmaceutico alla logistica, dalla GDO al packaging.

Abbiamo chiesto ad Alberto Vacchi, Presidente di IMA S.p.A, come l’industria del packaging e del machinery stia sostenendo l’andamento della campagna vaccinale che, seppur in forte accelerazione nei paesi occidentali, non ha ancora uno sviluppo omogeneo a livello di copertura globale.

 

In un anno complesso come il 2020, IMA ha sviluppato il progetto IMA Life Fast Track, che costituisce un contributo attivo alla soluzione della crisi. Ci può dare maggiori dettagli?

 

Come tutti ormai sanno, la soluzione, o la forte mitigazione della pandemia, sta nelle campagne vaccinali. Attualmente disponiamo di vaccini affidabili, messi a punto in tempi record e suscettibili di evoluzione per contrastare le varianti e per ridurre i seppur rari, effetti collaterali letali. 

Quello che di fatto manca sono i vaccini, dobbiamo fronteggiare una domanda gigantesca, miliardi di dosi a livello globale, che si presuppone, serviranno nei prossimi anni per fronteggiare le varianti che periodicamente si presenteranno, forse come per l’influenza.

Tutti dovranno essere vaccinati per ridurre il rischio di serbatoi da cui la pandemia potrebbe ripartire, cosa facile nel mondo globalizzato.

In questo quadro IMA si sta impegnando per accelerare la produzione di linee e di macchine per il processo ed il confezionamento dei vaccini. Oggi produrre una linea significa impiegare 18 mesi, più i lunghi tempi di collaudo e certificazione. Significa arrivare tardi per soddisfare il picco di domanda. Noi stiamo cercando di dimezzare i tempi, e le nostre prove ci dicono che il progetto è realistico. Possiamo farlo perché abbiamo un tasso di digitalizzazione crescente, magazzini digitali, una rete di fornitori di cui siamo soci, ed una logistica iper-efficiente. Tutto questo ha costi elevati, ma siamo pronti a ridurre i nostri margini, pur di contribuire ad una causa così importante per il nostro futuro comune.

 

Nel corso dell’anno, quali altri segmenti della divisione farmaceutica di IMA sono stati più coinvolti nel portare soluzioni indispensabili al periodo di crisi che stiamo vivendo? 

  

In generale osserviamo una dinamica nel mondo farmaceutico che presidiamo in tutti i continenti.

Processi di produzione in continuo, applicazioni dell’automazione avanzata, ecc. ci vedono attori principali nello sviluppo di progetti con le Big Pharma. Ma vorrei ricordare qui il nostro impegno per le macchine che producono presidi sanitari. In tre mesi, a proposito di fast track, abbiamo disegnato e prodotto macchine per mascherine chirurgiche. Ne abbiamo prodotte e consegnate oltre quaranta. Ne abbiamo da poco prodotta una per produrre FFP2 che sta suscitando molta curiosità.

 

Tra vaccini e misure finanziarie a livello nazionale ed europeo, il 2021 si presenta come un anno caratterizzato da grande dinamicità. Quali segmenti farmaceutici prevede vivano una maggiore crescita e trasformazione?

 

Come ho detto, l’effetto coronavirus sta trascinando un po’ tutto il mondo farmaceutico. I vaccini sono la punta dell’iceberg, non ci sono solo problemi quantitativi, ma bisogna risolvere temi come la conservazione a temperatura ambiente, le forme di somministrazione, ad esempio orale, ecc. Queste innovazioni prevedono impianti per i nuovi processi, livelli di sterilità sempre più affidabili, velocità ed affidabilità delle macchine, sempre più intelligenti. In IMA abbiamo le dimensioni ed il livello di diversificazione appropriato per servire sostanzialmente tutto il mondo Pharma, per questo vogliamo costruire con i clienti banche dati per addestrare i nostri sistemi e renderli sempre più capaci di dare risposte alle domande produttive e dei sistemi di controllo.