News
01/12/23

Le sfide del confezionamento alimentare: il packaging che dialoga

Innovazione per affrontare le sfide del futuro. Una regola che non decade nemmeno se si parla di packaging per il mercato alimentare dove ottimizzazione dei processi, maggiore efficienza, digitalizzazione sono leve fondamentali per ridurre lo spreco e accrescere quindi la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni.

 

Lo smart packaging, ovvero il packaging intelligente, permette infatti un dialogo costante con i centri di elaborazione, ma anche con i consumatori finali, permettendo di rilevare informazioni che spaziano dalla scadenza al grado di maturazione o freschezza, dalla temperatura ottimale per la conservazione agli indicatori di tenuta. Dati diversi, indispensabili per il produttore, che può quindi garantire la consegna di prodotti in condizioni ottimali, ma anche per il consumatore verso cui il packaging assume ruoli che spaziano dal marketing all’informazione alla garanzia di una adeguata conservazione e shelf life.

 

Spostandosi verso la produzione, ecco poi un’ampia gamma di sensori e dispositivi che permettono di rilevare e assorbire gas e sostanze emesse da frutta e verdura nel corso della loro conservazione. È il caso degli assorbitori di etilene che permettono di rallentare il processo di maturazione allungando l’emivita del prodotto ortofrutticolo. Funzione simile per gli assorbitori di ossigeno che scongiurano il rischio di ossidazione del prodotto agendo ancora una volta in funzione della conservazione senza agenti chimici.

 

Tutte le soluzioni citate appartengono alla più ampia categoria del packaging attivo, un nuovo concetto di imballaggio capace di interagire con il contesto, che si tratti di ambiente o persone, per migliorare la qualità del prodotto e del suo utilizzo.

 

Ci sono poi i materiali innovativi, che permettono di personalizzare le confezioni alimentari riducendo gli sprechi di spazio e migliorando l’esperienza del consumatore, utilizzando materiali a base di fibre vegetali, bioplastiche o compostabili. Tra questi, i film commestibili, realizzati da amido di patate o polisaccaridi da alghe, i materiali a base di funghi (micelio), il chitosano, un polisaccaride naturale derivato dalla chitina, presente negli esoscheletri di crostacei come gamberi, granchi e aragoste, i nanomateriali, particelle di dimensioni nanometriche che offrono barriera migliorata, resistenza antimicrobica e sensoristica avanzata, idrogel, polimeri di derivazione proteica, polisaccaridica e lipidica in grado di trattenere elevate quantità d’acqua mantenendo duttilità meccanica e capacità di ritardare il deterioramento.

 

Ne parla diffusamente la rivista Macchine Alimentari. Clicca qui.