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11/07/23

Altopack: tra digitalizzazione e intelligenza artificiale

Fondata nel 1999 ad Altopascio, vicino a Lucca, Altopack è diventata in poco più di vent’anni leader di mercato nello sviluppo di soluzioni per il confezionamento di pasta e altri prodotti food, acquisendo al contempo un ruolo come player di riferimento nel packaging secondario. Nel 2018 ha aperto una sede a Bologna, nel cuore della Packaging Valley e nel 2019 ha acquisito Gammapack, estendendo così la propria offerta all’ambito del confezionamento in astuccio. Nel 2021 il gruppo si è ampliato con il lancio di Cyborg Line, brand dedicato allo sviluppo di robot umanoidi collaborativi con applicazioni nel settore del packaging, una soluzione che è stata premiata con il Best Packaging 2023. Oggi, con circa 2400 macchine installate nel mondo e 150 clienti distribuiti in 50 paesi, Altopack rappresenta una realtà solida e in forte espansione. Abbiamo parlato delle strategie del gruppo con Silvia Vezzani, responsabile commerciale e comunicazione e seconda generazione in azienda.

 

Vezzani, quali sono le soluzioni sui cui state lavorando in questo periodo?

“Stiamo investendo molto sulle tecnologie legate alla robotica e all’intelligenza artificiale, come dimostra lo sviluppo del nostro robot antropomorfo, recentemente premiato dall’Istituto Italiano Imballaggio nella categoria “migliore tecnologia ed innovazione 2023”. Si tratta di una soluzione ingegnerizzata in partnership con 1X, azienda norvegese con un importante background nel settore, e ha caratteristiche che in ambito packaging non si sono mai viste. Il suo scopo è quello di compiere lavori usuranti e pesanti, come l’alimentazione delle macchine di confezionamento con cartoni e astucci ancora da formare.  Rappresenta in questo senso non una sostituzione all’uomo, ma un incentivo ad evitarne l’impiego in mansioni ripetitive, pericolose e a basso valore aggiunto. Parliamo ancora di un prototipo, ma il suo sviluppo prosegue in maniera costante: la parte hardware può dirsi sostanzialmente completa e ci stiamo ora concentrando sul software, per “insegnargli” cosa deve fare”; stiamo perfezionando e sviluppando tecnologie più avanzate anche sul packaging secondario, incartonatrici wrap around che sono sempre più richieste dai nostri clienti.

 

Sostenibilità e digitalizzazione: che contributo possono dare le vostre tecnologie?

 

“Partiamo dalla sostenibilità. La nostra confezionatrice di punta, la AOD Ultra, grazie alla tecnologia per la saldatura e freddo consente un risparmio di circa il 75% rispetto alle unità comunemente impiegate sul mercato. Questo dato si traduce in circa 100 tonnellate all’anno di CO2 equivalente non rilasciate nell’ambiente. Inoltre, la nostra macchina è in grado di realizzare un pacchetto di dimensioni compatte e privo di vuoti, consentendo quindi un ulteriore risparmio sul materiale d’incarto.

 

Sotto il profilo della digitalizzazione stiamo investendo fortemente su tutte le tecnologie per l’assistenza in remoto. Si tratta di un ambito nel quale siamo stati antesignani, caratterizzato da soluzioni che durante la pandemia ci hanno consentito di continuare ad offrire un servizio costante al cliente, affiancandolo in attività che tradizionalmente venivano effettuate sul posto, come il FAT. Oggi, lo scopo delle tecnologie per l’assistenza in remoto è soprattutto quello di evitare fermi macchina e della produzione, intervenendo in maniera rapida in ogni ora del giorno, a prescindere da dove è basata l’azienda. Anche in questo caso è evidente il risparmio per il cliente: sia in termini di tempo che di costi”.

 

In che direzione si sta muovendo il mercato?

 

“Il settore della pasta è in espansione in quasi tutto il mondo e si calcola che dopo la pandemia cresca del 5,2% all’anno. Questo perché la pasta viene universalmente percepita come un alimento buono, relativamente economico e facile da preparare, adatto ad essere consumato anche in contesti “difficili”, come può essere un lockdown. Sta crescendo al contempo il consumo di legumi,  di riso ed in generale dei prodotti bio alimenti base, anch’essi molto importanti per il nutrimento quotidiano. In tutti i casi, si tratta di un mercato per il quale Altopack dispone di soluzioni di confezionamento complete, scalabili e personalizzabili. Nell’ambito pasta siamo leader riconosciuti, al punto da coprire quasi per intero il mercato italiano, dove sono presenti i più noti brand mondiali. Possiamo inoltre contare su una posizione consolidata anche all’estero: forti con 40 marchi e brevetti internazionali, 2400 macchine installate nel mondo con 150 clienti distribuiti su 50 paesi. Discorso a parte merita la Turchia, dove abbiamo numerosi clienti che per noi era già un paese di riferimento prima del terremoto. Dopo la tragedia ha dimostrato una forza impressionante e una grande capacità di reazione, caratteristiche che si sono tradotte – in pochi mesi - in un rilancio della capacità produttiva e dei consumi”.

 

Qual è stato il senso della vostra partecipazione ad IPACK-IMA nel 2022 e cosa vi aspettate dalla prossima edizione?

 

“Consideriamo da sempre IPACK-IMA come una fiera di riferimento. Non a caso nel 2022 l’abbiamo scelta come cornice per la presentazione del nostro prototipo di robot antropomorfo. Nel 2025 porteremo l’evoluzione di questa tecnologia che sarà presentata nella versione pronta per il mercato e le nuove tecnologie che stiamo sviluppando sulle nostre macchine’.’