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04/04/24

Guidando il cambiamento: Simone Castelli racconta IPACK-IMA e la trasformazione nel mondo del packaging e del processing

Prospettive e sfide nella rivoluzione del packaging e il ruolo di IPACK-IMA nel processo di innovazione

Il mondo del packaging e del processing si incontra in fiera, ma l’evoluzione di IPACK-IMA la vedrà sempre più protagonista con una formula innovativa capace di interpretare il mercato in forte trasformazione proprio in virtù della revisione al PPWR e la definizione delle milestones 2030-2040 sul fronte del riciclo e del riuso. Ci racconti come IPACK-IMA saprà essere protagonista di questo cambiamento.

 

Già oggi assistiamo a un deciso cambio di paradigma nel mondo fieristico, proprio in virtù della maggiore necessità di seguire un mercato in continua trasformazione. Ma IPACK-IMA ha il vantaggio di essere espressione di un comparto industriale, rappresentato da UCIMA e Fiera Milano, capace di una lettura privilegiata del mercato del packaging e processing dei diversi comparti. E non dimentichiamo in questa logica di forte relazione con il mercato e i suoi protagonisti, la continua collaborazione con il progetto “The Innovation Alliance”, e le tre fiere contestuali Print4All, Intralogistica e GreenPlast, capaci di offrire un’autentica panoramica sulle filiere correlate della meccanica strumentale.

 

La decisione di superare il concetto di fiera generalista, ci sta guidando nella trasformazione della fiera in punto di riferimento del settore oltre che spazio ideale dove confrontarsi sulle tematiche principali dell’industria e le dinamiche regolatorie a cui è soggetta. Guardiamo quindi con fiducia a un modello che superi la cadenza triennale non più idonea a interpretare le trasformazioni in atto sul fronte delle tecnologie e del mercato. Dal 2025 in poi, quindi, IPACK-IMA si muoverà nella direzione di un insieme di eventi fieristici concatenati e focalizzati sui singoli settori merceologici, che guideranno in maniera più costante nel tempo gli espositori leggendo con loro e per loro lo sviluppo tecnologico e i trend di mercato fino al 2028”.

 

Il recente voto di revisione del PPRW ha definito una serie di vincoli importanti al mercato del packaging aprendo però anche alle eccezioni per i paesi con elevate percentuali di riciclo. Cosa pensa dell’evoluzione del voto?

 

Dopo il voto in Parlamento di novembre, dove era prevalso un atteggiamento aperto al riconoscimento del ruolo del packaging, il Trilogo è andato di nuovo nella direzione di una maggiore chiusura. Guardando al divieto del monouso in plastica e dei sacchetti con spessori inferiori ai 15micron, non possiamo non evidenziare l’impatto che ha sul nostro settore, soprattutto per i produttori di materiali, ma anche per i machine builder che devono ridefinire le proprie strategie sulla base delle nuove richieste del mercato.

 

E se le istituzioni europee hanno aperto uno spiraglio con l’esclusione del monouso per prodotti freschi lavorati come l’insalata, packaging fondamentale per garantire sicurezza alimentare e shelf life o il cartoncino per fast food e take away, a quest’ultimo settore viene richiesta l’apertura al riuso dei contenitori, che rappresenta una sfida organizzativa molto forte, con evidenti perplessità sulla sicurezza del consumatore. Anche la logistica, che con il mondo packaging ha molto lavorato sulla riduzione di peso e ingombri, viene chiamata a nuove forme di ottimizzazione con la riduzione ulteriore degli spazi vuoti e minimizzazione dei volumi.

 

Del resto, la spinta verso il vuoto a rendere risulta una discutibile soluzione se si guarda alle emissioni di CO2 in atmosfera dovute ai trasporti che solo la definizione di un modello condiviso può misurare correttamente. Come settore siamo convinti che siano i dati e le metodologie di calcolo a definire la sostenibilità e non l’ideologia. Le sfide sono molte, inclusa la frammentazione del mercato unico, viste le numerose eccezioni previste che da un canto premiano i paesi più forti nel riciclo come l’Italia, dispensandoli da alcuni obblighi, dall’altro impongono ai produttori di macchine e di materiali di adattarsi alle differenze tra un mercato e l’altro anche all’interno dell’Unione Europea dove da anni invece si punta all’armonizzazione, pilastro del Mercato Unico”.

 

Tra i temi toccati dal PPWR ci sono le bioplastiche e i biomateriali che rappresentano una quota consistente del packaging del futuro.

 

“Come testimonia da anni IPACK-IMA, il mondo delle macchine per il packaging lavora ormai da tempo con i nuovi materiali, partecipando attivamente al loro sviluppo e studiando le migliori soluzioni per il funzionamento delle linee di confezionamento, in stretto rapporto con i produttori di materiali tradizionali, riciclati, riciclabili e bio-based. La Commissione si riserva di mantenere aperto un canale di comunicazione costante sull’evoluzione tecnologica in questo comparto, per identificare le migliori soluzioni in termini di sostenibilità del packaging.

 

In questo contesto in evoluzione, IPACK-IMA si presenta come il luogo di incontro ideale per il mondo dell’industria di settore, favorendo un dialogo non solo tra produttori di materiali e mondo macchine, ma anche con le istituzioni europee e gli stakeholder. Tutti questi attori troveranno in IPACK-IMA nel 2025 e negli anni successivi, l’ecosistema di business ideale per far dialogare i comparti e favorire un’evoluzione positiva che guardi alla sicurezza dei consumatori, alla conservazione del prodotto, alla riduzione dello spreco alimentare. Si tratta di aspetti in cui il packaging è protagonista poiché espressione di un concetto di sostenibilità sempre più capace di considerare tutte le componenti della filiera produttiva, dall’ambiente alle persone, dall’economia alla salute”.